Dott. Massimo Giuliani

Psicologo e Psicoterapeuta Diagnostica Neuropsicologica e Riabilitazione Cognitiva



COVID-19 e controllo delle implicazioni cognitive

COVID-19 e controllo delle implicazioni cognitive

 

Un numero elevato di pazienti colpiti da COVID-19 soffre di disturbi cognitivi, confusione, difficoltà a trovare le parole anche per svariati mesi dopo la malattia. Si tratta di un insieme di sintomi chiamati Brain Fog o nebbia mentale che sulla base di ciò che l’osservazione di molti pazienti si stima interessi tra il 15-25% dei pazienti che hanno contratto l’infezione con proporzioni più elevate tra quelli che hanno avuto bisogno di ricovero. Il termine “nebbia mentale” esprime un insieme di sintomi che vanno dalla difficoltà di concentrazione, dal passaggio continuo da un’attività all’altra, dalla difficoltà a trovare i nome alle cose fino all’impressione di avere il cervello offuscato. Non mancano neanche nei pazienti elementi di ansia, disturbi del sonno e una persistente debolezza. Quanto al meccanismo sottostante non è stato ancora identificato. Forse le ragioni di questo interessamento neuro-cognitivo è da ricercare nel ruolo di alcune citochine infiammatorie che agiscono in maniera disturbante sulla neurotrasmissione delle informazioni nel cervello e che vengono liberate in presenza del virus Sars-Cov2 nel sangue, come l’interleuchina 17, già nota per essere più elevata delle persone ansiose e predisposte all’ansia. Altre ipotesi sono però allo studio e mettono in relazione i possibili danni cognitivi con l’assistenza ventilatoria che si è resa necessaria in molti pazienti: chi avrebbe beneficiato di una migliore assistenza ventilatoria e intensiva tenderebbe a mostrare disturbi meno pronunciati, deficit minori e prestazioni migliori ai test neuropsicologici. Alla luce di queste evidenze, quando un paziente che ha manifestato il Covid-19 lamenta affaticamento mentale o deficit di memoria che influiscono sulla sua vita quotidiana, deve rivolgersi allo specialista e parlargliene. Questo potrà consentire di verificare la necessità di una approfondita valutazione neuropsicologica condotta con una batteria di test allargata che approfondisca il livello di prestazione del paziente in ogni area di funzionamento cognitivo. La stessa valutazione avrà lo scopo di escludere o di misurare l’eventuale deficit e consentire di predisporre un trattamento riabilitativo che potrà arrestare e migliorare il rendimento generale del paziente nelle sue future attività quotidiane.